«I cani si azzuffavano tra loro. Si aggiravano intorno all’automobile. Le unghie ticchettavano sull’asfalto.
Immaginò che fossero migliaia. la macchina era circondata da un tappeto di cani che arrivava fino al mare e alle montagne e avvolgeva di pelo il pianeta.
Si premette le mani sulle orecchie.
Pensa ai gelati.
Dolci e freddi come palline di grandine, di tutti i gusti. Potevi scegliere quello che ti piaceva di più da dentro le vaschette colorate e te lo mettevano su un cono di biscotto. Si ricordò di una volta che era al chiosco dello stabilimento Le sirene. Si era appiccicata al vetro del frigorifero: “Lo voglio di cioccolato e limone”.
La mamma aveva fatto una faccia disgustata. “Che schifo…”
“Perché?”
“Sono gusti che non vanno d’accordo”.
“Posso averli lo stesso?”
“Però poi lo mangi”.
E così, con il suo cono in mano, era andata in spiaggia e si era seduta sul bagnasciuga. I gabbiani camminavano uno dietro l’altro con quegli stecchetti che avevano al posto delle zampe.
Prima dell’incendio i dolci si trovavano ancora. i Mars, le barrette di cereali, i Bounty e i cioccolatini. Erano rinsecchiti, coperti di muffa o smozzicati dai topi, ma a volte, se eri fortunato, ne trovavi ancora di buoni. Mai come i gelati, però. Le cose fredde erano andate via con i Grandi.»Anna di Niccolò Ammaniti
Anna di Niccolò Ammaniti, dopo il grande successo dei romanzi precedenti, il nuovo libro di fantascienza post apocalittica ambientato in Sicilia.
In una Sicilia diventata un’immensa rovina, una tredicenne cocciuta e coraggiosa parte alla ricerca del fratellino rapito. Fra campi arsi e boschi misteriosi, ruderi di centri commerciali e città abbandonate, fra i grandi spazi deserti di un’isola riconquistata dalla natura e selvagge comunità di sopravvissuti, Anna ha come guida il quaderno che le ha lasciato la mamma con le istruzioni per farcela. E giorno dopo giorno scopre che le regole del passato non valgono piú, dovrà inventarne di nuove. Anna di Niccolò Ammaniti è il suo romanzo piú struggente. Una luce che si accende nel buio e allarga il suo raggio per rivelare le incertezze, gli slanci del cuore e la potenza incontrollabile della vita. Perché, come scopre Anna, la «vita non ci appartiene, ci attraversa».
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